La storia in breve - Venezia e dintorni

Vai ai contenuti

Menu principale:

Isola di S.Elena

La storia in breve

Vecchie foto

Fino alla caduta della Serenissima, l’isola di S.Elena era costituita da un piccolo isolotto separato da un braccio di laguna, in parte costituito da secche o barene, dalla città. In questo isolotto sorgeva, ed esiste tutt’ora, un convento ed una chiesa ristrutturati nel 1400 ad opera degli Olivetani, ma in precedenza con una configurazione minore era gestito dai frati  Agostiniani che in una piccola cappella fin dal 1211 custodivano le spoglie  di S. Elena, madre dell’imperatore Costantino.
Con l’occupazione Napoleonica e il relativo spoglio del convento e della chiesa, il complesso venne abbandonato a se stesso.
Successivamente con il passaggio di Venezia all’Italia, il complesso passò al demanio militare che ne fece un deposito della Marina. Nel 1872 il Demanio cedette l’isola al Comune che intendeva farci un lazzaretto. Fra il 1881 e il 1885 venne ampliata la superficie dell’isola con la formazione di una sacca verso il bacino di S.Marco e venne colmata la palude che separava S.Elena dai giardini napoleonici.
Sempre nel 1881 il Comune decise di concedere in affitto la parte dell’isola dove sorgono  la chiesa ed il convento alla Società Veneta per imprese e Costruzioni Pubbliche di Stefano Breda, specificando che i manufatti esistenti non dovevano essere demoliti.
A S.Elena la Società Veneta dagli inizi del 1900, iniziò la produzione di carrozze ferroviarie, battelli a vapore, ponti e vari prodotti metallurgici impiegando circa 900 lavoratori. Cinque anni più tardi il Comune decise di vendere alla stessa società l’intera isola comprese le zone bonificate nel 1887.
Furono quindi costruiti altri capannoni in mattoni ed altri in legno.
Alla chiusura della fabbrica il Comune riuscì a riottenere la proprietà dell’isola utilizzando il convento come luogo di isolamento nel caso di epidemie e la chiesa come magazzino.
Durante la guerra venne pure installata una batteria antiaerea e un deposito di palloncini che veniva lanciati per confondere eventuali incursori aerei.
Nel 1919, finita la situazione bellica, il comune concede di occupare l’isola e relativi manufatti a tre società: Società Anonima Cooperativa Carpentieri e Calafati in Legno e Ferro di Venezia, la Società Anonima Cooperativa Metallurgica Veneziana e la Società Veneziana Automobili Nautiche. Nello stesso periodo vennero sccordate anche altre concessioni per produzioni diverse.   
Venezia era afflitta da problemi demografici e molte abitazioni data la loro età risultavano poco salubri, soprattutto i piano terra e così il comune diede vita al progetto di colonizzazione dell’isola.
Progetto in parte contestato da quanti pensavano che la espansione di Venezia dovesse avvenire nella terraferma e cos’ la faccenda rimase in sospeso per parecchio tempo. Inoltre si incrementava sempre più il dibattito tra liberalizzazione delle costruzioni o la costruzione di case popolari.
Restava anche un nodo importante da sciogliere in quanto una parte dell’isola era proprietà demaniale e utilizzata come piazza d’armi. Soltanto nel 1923 con un intervento diretto di Mussolini il demanio cede l’area al comune   che provvederà anche all’interramento della zona prospiciente S.Pietro di Castello.
Nello stesso anno il comune concede 3000 mq. alla Congregazione di Carità  per la costruzione di appartamenti popolari per 300 famiglie. Cede alla stessa congregazione anche la restante parte dell’isola per libera costruzione di altri appartamenti sia in forma diretta sia mediante cessione a cooperative o privati  che potevano provvedere in proprio alla costruzione dei nuovi edifici.
Dal 1925 a pari passo con la costruzione delle abitazioni, la nuova isola viene dotata di una serie di strutture particolari che resero ancora più caratteristico il nuovo quartiere.
Nel 1926 il comune restituisce alle autorità religiose la chiesa, i restauri durarono circa due anni dato che la chiesa era stata grandemente danneggiata e modifica durante un secolo di uso improprio fino a essere frazionata per ricavare degli alloggi.  Il 26 ottobre del 1928 la chiesa viene riaperta al culto ed affidata all’ordine dei Servi di Maria; la costituzione in parrocchia viene formalizzata il 24 dicembre del 1930. Alla nuova parrocchia  vengono assegnati i seguenti confini: a nord-ovest le parrocchie di S.Giuseppe e S.Pietro, a nord-est il canale navigabile che porta ai bacini di carenaggio e l’isola della Certosa, a est il canale navigabile per il bacino di S.Marco, a sud il bacino di S.Elena e ad ovest i giardini pubblici.
Verso la meta degli anni trenta fanno la comparsa anche le Suore Mantellate dell’ordine dei Servi di Maria che svolgono una intensa attività per l’infanzia e la gioventù femminile. Successivamente l’istituto ospiterà un asilo, le scuole elementari, una scuola di canto e pianoforte, il doposcuola e il ricreatorio femminile.
Già nel 1927 era stato aperto un asilo, affidato all’Opera per la Protezione della Maternità ed Infanzia,  intitolato Casa del Bambino per le famiglie più disagiate. Nel 1930 ospitava 60 bambini e 30 bambine ed era situato al piano terra di un edificio in campo Grappa. A questa struttura fu annessa successivamente la Casa del Ragazzo, luogo di attività ludiche e sportive per i giovani.
Da notare che già nel 1913 presso l’ex convento era stata istituita una scuola all’aperto per la prevenzione della tubercolosi.
Nel 1930 venne aperta anche la farmacia, originariamente in calle Rovereto e dal 1959 trasferita in viale 4 Novembre.
Nel 1926 viene stipulato l’accordo per la costruzione dello stadio, su un campo erboso già esistente fin dal 1913 ed utilizzato per manifestazioni ginniche e per ospitare gli allenamenti del neonato Venezia Calcio  ( originariamente Venezia F.B.C); l’inaugurazione avrà luogo  nel 1928 e sarà dedicato all’avviatore Pierluigi Penzo, originario di Malamocco e caduto con il proprio velivolo in quello stesso anno mentre era di ritorno dalle operazioni di salvataggio della spedizione di Nobile  al polo nord.
Nel 1937 viene inaugurato il Collegio Navale della G.I.L. che aveva il compito di preparare i giovani al servizio militare nella Regia Marina. Originariamente il complesso era stato progettato per ospitare i marinaretti dell’Istituto Scilla, ma la G.I.L. incurante di questa destinazione vi stabilì un collegio preparatorio alla vita militare.
Nel lato laguna dell’isola erano stati posti un certo numero di pini a memoria dei caduti per Venezia, si stabilì quindi che attorno a questo primo nucleo si dovesse costituire un parco della rimembranza, per cui per la profondità di 80 metri il terreno doveva essere destinato a verde, con alberi, viali ed aiuole che disegnavano due grandi nodi savoia.
Negli anni cinquanta viene istituito il Diporto Velico Veneziano che si installa utilizzando una darsena sul lato nord dell’isola e alcuni spazi abbandonati dal cantiere Celli.


Campo Grappa

Le vecchie fabbriche

Viale 4 novembre e il parco

Il campo sportivo P.L.Penzo

La costruzione del Penzo

Il cantiere Celli dopo il tornado del 1970

 
Torna ai contenuti | Torna al menu