Torcello - Venezia e dintorni

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Dintorni

Torcello

Da S.Elena, per raggiungere l’isola di Torcello bisogna prendere la linea 4.1 e scendere alla fermata delle Fondamente
Nove. Da qui, dopo quasi un’ora di tragitto sulle acque placide della laguna si arriva a Torcello, passando vicino il cimitero di S. Michele, toccando poi l’isola del vetro, Murano, e passando vicino quello che resta dell’isola di San Giacomo in Palude. Ai tempi della Serenissima Repubblica in quest’isola viveva un singolare personaggio che chiedeva la questua alle barche che passavano vicine con una pertica lunga quattro metri alla cui parte terminale era sistemato un retino. Si attracca poi a Mazzorbo e Burano, le isole le cui semplici case vengono evidenziate da differenti colori sgargianti cosicché i pescatori possono da lontano distinguere ognuno la propria abitazione. E da Burano, dopo cinque minuti, si arriva a Torcello dirimpetto.
Il colore di Torcello è il viola e tutta la sua gamma di colori fino al rosa. Viola come i carciofi ovunque coltivati, fucsia e indaco come i fiori del cardo in agosto, rosa e malva come il limonium, il fiore di barena che tappezza in estate la laguna, rosa come la luce della Palude della Rosa all’alba e al tramonto.
E’ un’isola particolare Torcello, magica, dove vanno a dormire a stormi gli aironi cinerini, dove impazzano le rondini, dove vivono placidamente colonie di gatti bianchi e pezzati.
Sembra stregata: sui canali che la costeggiano e la percorrono si notano miriadi di bollicine che sgorgano a pelo d’acqua, e che hanno nei secoli alimentato leggende di sirene. La realtà è che il sottosuolo è ricco di gas che fuoriesce in questa maniera. Sarà che il fenomeno è più accentuato sotto il ponte del diavolo, sarà per le leggende che vi aleggiano, sarà per i suoi fiori e frutti che anticipano le stagioni, ma quest’isola possiede un’inspiegabile energia propria, come narra lo scrittore muranese Alberto Toso Fei in “I misteri della laguna e racconti di streghe”.


Tra i resti archeologici, risalta il trono di Attila, un soglio di marmo che la leggenda vuole sia del re unno, Sullo sfondo il museo con i resti romani e medievali, l’antiquario con accanto la vigna, con statue di marmo dalle strane pose..
Di fronte al trono, sulla destra, la Chiesa di Santa Fosca, dell’XI secolo, deliziosa nella sua pianta pentagonale, armoniosa nello stile architettonico, meta di sposalizi da tutto il mondo.
Accanto si erge la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, fondata addirittura nel 639, all’epoca dell’imperatore Eraclio. Quando si entra dalla porta laterale, non si può non restare colpiti dal grandioso mosaico dell’XI secolo di scuola veneziana, sopra la porta maggiore, che rappresenta l’apoteosi di Cristo e il Giudizio Universale e dal pavimento della chiesa, un susseguirsi armonioso di disegni geometrici fatti con pezzi di marmo di diversi colori come quello della Basilica di San Marco.
Fuori della Basilica si possono osservare i finestroni in alto: sono tutti provvisti di enormi imposte di pietra incernierate. Merita una visita la torre campanaria.

 
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