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Notizie storiche
 
 

I Dogi di Venezia

 

LEONARDO DONA' 1606-1612

Eletto il 10 gennaio 1606, all'età di 70 anni; di famiglia benestante, ma non ricca, Leonardo riuscì a costruire una fortuna amministrando e rinvigorendo una cospicua eredità lasciata da Chiara da Mosto vedova di un prozio.
Laureato a Padova e a Bologna in filosofia e morale, erudito e fine paleografo aveva ricoperto parecchi incarichi pubblici: Bailo a Costantinopoli, podestà di Brescia, savio del consiglio ducale, provveditore generale per la terra ferma ed ambasciatore presso la Santa Sede dove Sisto V, suo grande estimatore arrivò a proporgli il vescovado di Brescia e la porpora cardinalizia.
La sua intransigenza sull'autonomia di Venezia portò presto allo scontro con lo Stato Ponticio che chiedeva invece l'abrogazione delle leggi "anticlericali" promulgate sotto il suo predecessore e la scarcerazione dei due prelati incarcerati per delitti comuni.
Alla minaccia di scomunica della città, la Serenissima rispose con dei "protesti" (delibere del Senato) fatti affiggere in tutte le porte delle chiese, con i quali si contestavano le pretese del Papa. Il testo era stato redatto da Paolo Sarpi un colto ed erudito frate che, Leonardo Donà, da profondo conoscitore degli ambienti romani qual'era, aveva voluto accanto, fin da subito, quale consulente "in jure".
La reazione da parte del clero non si fece attendere ed i primi ad abbandonare Venezia furono i Gesuiti, seguiti dai Cappuccini e da Teatini, mentre per frate Servita Paolo Sarpi arrivò la scomunica " ad personam".
Nel 1607 la situazione cominciò a raffreddarsi: Venezia consegnò i due presuli incarcerati agli emissari di Enrico IV, sottoscrivendo la rinuncia a processarli, non senza alcune riserve e ritirando il Protesto, mantenendo però la prerogativa sulle leggi già promulgate.
 Fu un doge integerrimo che pur di mantenere alta la testa della Repubblica aveva intaccato qualche interesse personaler provocando il risentimento del popolo veneziano, aizzato dalla nobiltà.
Leonardo Donà si spense il 16 luglio 1612 e fu sepolto a San Giorgio Maggiore

 
 
 
 
 
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