Redentore - Venezia e dintorni

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Notizie storiche

LA FESTA DEL REDENTORE
( La notte famosissima)
 

La terza domenica di Luglio ( meglio la notte tra il sabato e la domenica) Venezia celebra la festa più importante  dal punto di vista della tradizione popolare e folcloristica ma anche molto importante nella tradizione religiosa: è la festa del Redentore.
Fin dal pomeriggio, centinaia di imbarcazioni addobbate con frasche ed illuminate con i famosi palloncini di carta colorati si assiepano nel canale della Giudecca cercando di quadagnare le rive del Redentore o quanto meno un posto idoneo a vedere i "foghi".


Nelle imbarcazioni, intere famiglie o comitive di amici attendono lo scoppio dei fuochi artificiali davanti a tavole imbandite: saor, bigoli in salsa, anatra od oca, anguria, sono I piatti della tradizione, ma non si disdegnano:  pizza, tramezzini, hamburgher, birra, ecc. Per una notte la Giudecca cessa di essere un'isola: un lungo ponte di barche la collega alla riva opposta del canale e quindi al centro della città.
Alle 23,30  cominciano i foghi: lo spettacolo pirotecnico tanto atteso dura circa mezzora, tra i commenti e le grida di ammirazione del pubblico stipato nelle barche, lungo le fondamenta, nelle calli e in Piazza S. Marco.
"Bellissimi !! - no gera megio quei de staltro ano - ma no, questi xe più novi - staltri gera più alti . questi xe più beli - staltri i faseva  più boto "
I discorsi sono sempre gli stessi: ma anche questi fanno parte della tradizione,  in fondo è un gioco che diverte ed anche inorgoglisce.
La galleggiante, una piattaforma estremamente addobbata ed illuminata che generalmente ospita un complessino o qualche cantante di grido che allieta la serata alle autorità, si dirige verso S. Marco che si tinge di rosso, di verde, di giallo, a seconda del colore dei fuochi. Il cielo e la laguna assumono colori e sfumature indescrivibili. Poi silenzio. Lo spettacolo è terminato.

Dalle rive del bacino di S. Marco si assite ora ad un nuovo e per taluni aspetti ancora più fantastico spettacolo: centinaia o forse migliaia di imbarcazioni variamente illuminate sfilano attraverso la laguna per raggiungere la spiaggia dove al lume di falò si attenderà l'alba e fa fine della "notte famosissima".
In realtà la maggior parte fa rientro tempestivamente nella propria dimora mentre altri andranno ad aspettare l'alba presso qualche discoteca o nei locali delle isole della laguna.
Il passaggio dura almeno un paio d'ore; poi piano piano in laguna torna a regnare il silenzio, il buio e i  rumori di sempre .
 
Ma perchè tutto questo ?
La peste, che tra il 1575 e il 1576 avrebbe mietuto più di 50.000 vittime, imperversava ancora su Venezia quando 1'8 settembre 1576 il doge Alvise Mocenigo proclamò nella Basilica di san Marco il voto solenne di dedicare un tempio al Santissimo Redentore promettendo che "ogni anno, nel giorno che questa città fosse stata dichiarata libera dal contaggio, Sua Serenità et li successori suoi anderanno solennemente a visitare predetta chiesa, a perpetua memoria del beneficio ricevuto".  

Per la nuova costruzione fu scelto un luogo attiguo a quello su cui sorgeva la chiesetta di Santa Maria degli Angeli e un romitorio di frati cappuccini, quasi al centro dell'isola della Giudecca. Una particolare attenzione fu dedicata alla forma da dare al nuovo tempio. La pianta longitudinale sembrava offrire uno spazio più adatto a riunire i numerosi fedeli che vi sarebbero accorsi e manteneva la tradizione della forma a croce. Il progetto del tempio fu affidato ad Andrea Palladio, che seppe armonizzare aspetti funzionali e valori simbolici. Per la benedizione della prima pietra fu scelto il giorno della Invenzione della Santa Croce (3 maggio 1577) e il 21 luglio 1577 - dichiarata ormai scomparsa la peste - la processione sul primo ponte votivo fu guidata dal nuovo doge, Sebastiano Venier, l'eroe di Lepanto. La chiesa fu consacrata dal Patriarca Lorenzo Priuli il 27 settembre 1592.
 
Ancora oggi viene costruito un lungo ponte di barche attraverso il quale, la domenica successiva, le Autorità cittadine e il Patriarca di Venezia raggiungono il tempio che diventa, per un giorno meta di un imponente pellegrinaggio popolare.


 
 
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