S.Marco - Venezia e dintorni

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Notizie storiche

Festa del Bocolo
 

E’ tradizione che il 25 Aprile, festa di S.Marco, gli uomini regalino alle donne, mogli, fidanzate, amiche ,ecc. il “bocolo” cioè un bocciolo di rosa rossa.
E’ una tradizione molto sentita tanto che in quel giorno, ed anche il giorno prima, si può notare un certo via vai di persone che se ne vanno in giro ognuna con il proprio “bocolo”, mentre fioristi, ambulanti e associazioni benefiche fanno a gara nell’allestire bancarelle o ceste ricolme di rose rosse.
Ma come nasce questa tradizione?


Maria era una ragazza bellissima, una di quelle che fanno mozzare il fiato: bella e virtuosa con due vivaci occhi così ardenti da meritare il soprannome di Vulcania.
Oltre che bella e virtuosa era anche molto ricca essendo la rampolla di una delle più prestigiose famiglie di Venezia: i Partecipazio: una famiglia che avrebbe fornito parecchi Dogi alla Serenissima: logico pensare che il padre, Messer Partecipazio avesse in mente un matrimonio da favola, con qualche principe o qualche altrettanto ricco signorotto.
 Ed invece, di chi si va ad innamorare la nostra Maria?
Di un tale Tancredi di professione menestrello o trovatore: uno senza arte ne parte e, a detta del padre di Maria, un vero e proprio perditempo.
E’ vero che Tancredi era un giovane di bell’aspetto, aitante e piacente: ma questo a papà Partecipazio non interessava e così la sua opposizione alla relazione della figlia era assoluta e totale.
Peraltro Maria era ragazza dabbene e modesta e mai avrebbe contraddetto il padre, ma essendo pur sempre innamorata di Tancredi non passava giorno senza pensare al modo di risolvere la questione.
E così, pensa che ti pensa le balenò un’idea.
Era l’epoca dei cavalieri di Carlo Magno: le imprese dei cavalieri facevano il giro di tutta l'Europa: venivano raccontate in tutte le corti e cantate per la strada da una miriade di menestrelli e cantastorie.
-Se anche Tancredi fosse un Cavaliere … - pensò.
Detto fatto ne parlò a Tancredi, il quale, se pure menestrello, era un giovane pieno di risorse e pronto a sfidare ogni avventura per far felice la sua innamorata.
E così Tancredi partì aggregandosi all’armata di Carlo Magno impegnato nella guerra contro i mori.
Il giovane, forse anche spinto da quel sogno d’amore, si buttò allo sbaraglio in mille avventure e battaglie conquistandosi in breve tempo una discreta fama.
In tutte le corti d’Europa i menestrelli e i cantastorie cantavano le leggendarie imprese del giovane venuto dal mare, i nobili ne parlavano con rispetto e le nobildonne languivano d'amore e si intenerivano.
Naturalmente anche a Venezia si venne a sapere ed anche a Venezia la nobiltà e il popolo presero a seguire le imprese del giovane che tanto prestigio aveva dato alla loro Patria.
Anche Maria ne venne a conoscenza e considerando che le gesta del suo amato armai  avevano guadagnato il rispetto di papà Partecipazio, cominciò a prepararsi al ritorno del giovane con il cuore colmo di gioia.
Ma passavano i giorni e Tancredi non arrivava: Maria alternava l’ansia alla gioia alla delusione- Possibile che non abbia capito che messer Partecipazio era cambiato ? – si chiedeva struggendosi nell’attesa.
E finalmente i paladini di Carlo Magno arrivarono a Venezia; venivano dalla Spagna e avevano attraversato mezza Europa. Il loro arrivo fu una improvvisata e tutti corsero a vederli: erano forti, possenti, bellissimi: proprio come nei racconti dei cantastorie.
E c’era Orlando, il più famoso di tutti.
Maria scrutò attentamente il corteo, ma non vide Tancredi; con il cuore in gola si precipitò da Orlando e questi come la vide le si avvicinò porgendole un bocciolo di rosa rosso.
Con le lacrime agli occhi il prode Orlando raccontò che, in Spagna, poco prima della loro partenza avevano dovuto affrontare una dura battaglia: Tancredi come il suo solito aveva combattuto valorosamente facendo fronte a centinaia di saraceni, finchè ,trafitto da una lancia, cadde riverso sopra ad un rosaio. Troppo tardi Orlando si era accorto di quanto stava accadendo all’amico ed era accorso per porgergli aiuto. Fece giusto in tempo a raccogliere le ultime parole e quel bocciolo rosso di sangue che l’amico morente gli porgeva perché lo portasse a Venezia e lo consegnasse alla sua innamorata.
Maria sconvolta dalla notizia rimase ammutolita dal dolore.
Senza una sola parola rincasò mestamente andando a richiudersi nella sua camera.
Qui, il giorno dopo (era il 25 aprile) la trovò la servitù. Era distesa sul letto come se dormisse, stringendosi sul petto il fiammegiante bocciolo rosso: rosso come il sangue.
 
Da allora, sono trascorsi più di mille anni, la storia di Maria continua a rivivere e il giorno di S. Marco che cade proprio il 25 aprile, tutti gli uomini di Venezia offrono alla propria amata il Bocolo, simbolo di un amore che non conosce limiti e non viene mai meno.
 
Liberamente tratto da: Leggende di Venezia di Armando Scandellari (ed. Helvetia 2001


 
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